Riconversione KME – I vertici politici della Valle in riunione

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kme incontro del 19 ottobre

◙ Oggi, lunedì 19 ottobre, si è svolto il primo tavolo istituzionale sulla Kme convocato a Barga dal Comune e a cui hanno preso parte, oltre al primo cittadino Marco Bonini, il presidente della Provincia Luca Menesini, l’assessore regionale Marco Remaschi, gli onorevoli Raffaella Mariani e Andrea Marcucci, alcuni consiglieri regionali, molti sindaci della Valle del Serchio e i presidenti delle Unioni dei Comuni della Media Valle Andrea Bonfanti e della Garfagnana Paolo Fantoni, oltre ad alcuni consiglieri del Comune di Barga

- Estrema chiarezza sui vari aspetti del Piano industriale di riconversione della proprietà; un’attenzione vigile e continua da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali; una constatazione di fondo che si tratta di una riorganizzazione aziendale difficile, dalle prospettive e dai risvolti non completamente nitidi; una questione aziendale e occupazionale che ha una portata numerica per la Valle del Serchio e per il territorio provinciale almeno pari (fatti i dovuti distinguo) a quella dell’area siderurgica di Piombino. Questi sono i propositi e le priorità che i partecipanti hanno espresso nel corso della seduta

- Questa prima riunione è servita per fare il punto sulla situazione della proposta di riconversione dello stabilimento Kme di Fornaci di Barga e per  assicurare attenzione e vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie (600 dipendenti attuali)

- Gli interrogativi maggiori si concentrano proprio sulla credibilità della proposta, nonché sull’entità dell’investimento e sui tempi di attuazione, visto che si tratterebbe di gestire il non semplice passaggio da un’attività metalmeccanica ad un’azienda dedicata alla produzione di agricoltura idroponica

- Nei prossimi giorni il presidente della Provincia Menesini e il sindaco di Barga Bonini, incontreranno il Prefetto di Lucca Giovanna Cagliostro per rappresentarLe la problematica e, nel caso sia necessario, per chiederLe di fare da tramite con il Governo. L’intenzione comune, infatti, è quella di mantenere la questione ai livelli massimi di interlocuzione istituzionale compresi, naturalmente, Regione Toscana ed appunto il Governo stesso

- Le istitzioni locali, inoltre, chiedono certezze sui numeri e sui tempi di riassorbimento dei dipendenti (si parla di 520/530 lavoratori, rispetto ai 600 occupati attuali), sulla questione degli ammortizzatori sociali, sul futuro dei lavoratori dell’indotto. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, è stato comunicato che l’azienda assicurerà ai lavoratori cassintegrati la differenza con lo stipendio base. Un’opzione che molti dei partecipanti all’incontro vorrebbero far estendere anche agli occupati nell’indotto.